mercoledì 30 settembre 2009

Gruppo rock emergente in Casentino


Oggi vi parlo di un gruppo rock emergente del Casentino che sta crescendo di giorno in giorno.

Venia, un grintoso quartetto composto rispettivamente dalla cantante Debora “Debs” Frosecchi, dal chitarrista Alessandro “Hal” Abignente, dal bassista Francesco “Nunna” Magrini e dal batterista Edoardo “Nedo” Casali. Formatisi nell’inve
rno 2007, i Venia muovono i primi passi in vari locali casentinesi e, dal 2006, iniziano a prender parte a vari Festival in tutta Italia, affiancando anche artisti di primo piano come Goran Bregovic, Punkreas, Carmen Consoli e Max Gazzè. Nel febbraio 2008 hanno inciso il loro primo lavoro, Chiedo..., proponendosi come una rock band altamente energetica e già dotata di un proprio sound personale, con canzoni dai testi impegnati e mai banali ed una spiccata propensione per la dimensione live.

venerdì 25 settembre 2009

Castello di Poppi

I Guidi e Poppi. Binomio storico del Casentino, la culla dell’Arno tra Arezzo e . Il nobile casato e la “città murata” alla cui sommità svetta il castello, protagonisti del Duecento e delle sue guerre. Dei poemi e dei trovatori. Di dame e cavalieri.

L’autunno è la stagione più bella per raggiungere l’antico borgo medievale. I boschi di abeti, pini e frassini s’ infiammano di una gamma di caldi colori verdi che sfiorano il rosso e sfumano in giallo, illuminando le colline con slancio vitale. Paesaggi silenziosi e meditativi in una terra che parla il linguaggio della natura.

Si sale a piedi seguendo il “deng-deng” di Ilario che martella il ferro. Quel suono metallico e ritmato indica la via del centro storico. Poppi regno del ferro battuto, del celebre “panno di lana”, dei conti Guidi e del loro Castello, progenitore di Palazzo Vecchio a Firenze, legato a sordide e affascinanti leggende di amanti, duelli e intrighi.

Cinque sono le porte originarie per accedere al centro. Porta Fronzola, porta a Porrena, porta a Badia, porta dell’Alberghiera e porta delle Monache, proprio sotto al castello dei Guidi. Ancora su sfiorando il seicentesco Oratorio della Madonna del Morbo. Raro esempio di “barocchetto toscano” a pianta esagonale con cupola a squame che deve il nome alla clemenza della Vergine a protezione dalla peste.

Tutto il borgo ha una tipica forma a fuso tagliato al centro dall’attuale via Cavour scortata da edifici e palazzi con la scia di portici, elemento architettonico raro in Toscana, che permettono di passeggiare nel paese in tutta la sua lunghezza, al riparo del maltempo.

La via s’arrampica verso il “pratello”, la piazza d’armi sul quale domina il castello. Questo, racconta Ilario, artista del ferro e cultore di Poppi, era il luogo preferito dai cavalieri per duelli e sfide. Si dice che gli stessi conti Guidi offrissero loro i padrini. Pare avessero fatto costruire un sepolcro per quelli uccisi durante gli scontri.

Clangore d’armi, di spade e d’armature. Sono in diversi, a Poppi, a sentire chiasso ferrigno. Proprio nelle notti ventose, sul piazzale antistante il Castello e nella campagna circostante, teatro nei secoli passati di numerose e sanguinose battaglie.

Il piazzale è oggi un tranquillo giardino. Nulla fa pensare a sanguinosi eventi. S’avvicina il tramonto e il castello si colora d’autunno. Compatto e d’aspetto roccioso. Espressione di forza e solidità. E’ l’impressione che si ha di fronte al maniero. Ammirevole freddezza asimmetrica della doppia facciata. Disorienta e stupisce. Quasi cieca la prima, ingentilita da bifore l’altra.

Sopra svetta la Torre del Diavolo, muta testimone di cruenti fatti. Leggenda e storia si fondono in parole, scritti e detti popolari. Telda, vedova di uno dei conti Guidi, mai sazia di “emozioni”, era solita attirare nel palazzo giovani abitanti del paese e, dopo aver soddisfatto “quei” desideri, li faceva uccidere senza pietà.

Una sollevazione popolare la ridusse prigioniera proprio nella torre dove morì di fame e stenti. Secondo la leggenda quei “poveri diavoli” caduti nella trappola d’amore animerebbero ancora le notti del castello.

Circondato da mura di cinta con merli guelfi, da un ampio fossato e con al centro la torre, fu costruito su un’antica fortificazione longobarda da Lapo, maestro di Arnolfo di Cambio, nel 1274. Abitato per circa quattrocento anni dai “Conti Guidi”, il castello di Poppi è da sempre legato alle sorti di una delle più potenti famiglie toscane.

La trasformazione da vecchio maniero a nobile residenza, tra le più belle della Toscana, si deve al conte Simone da Battifolle. Rafforzò le mura, creò un prestigioso cortile interno e la splendida scala in pietra che porta su, fino alla loggia della torre. In cima, fiero custode ritratto in arme con scudo e spada, c’è Simone.

Se fuori, il castello è freddo e distaccato nella sua bellezza, l’interno è caldo e accogliente nella sua nudità. Si respira la vita dei nobili dell’epoca nei saloni, sui ballatoi in legno e sulla scala del Turriani che sembra muoversi attorcigliata su se stessa. Uno dei rari esempi rimasti in Italia.

Escher deve essere stato qui. Qui, forse s’è accesa la capacità grafica nel creare le sue famose “Scale”. Penombra e fragranza di legno antico nell’antica biblioteca, al piano di sopra. Manoscritti, incunaboli e trecenteschi codici miniati di Jacopo del Casentino. Ma qualcosa ricorda che proprio questa stanza ospita fantasmi di penna. Poeti, scrittori e scrivani di corte che popolarono le storie del Medioevo.

Dall’alto si sbrogliano le mura medievali, viuzze, loggiati, le locande dove si prepara “il tortello di patate” e gli artigiani che chiudono bottega. Mentre il sole volta pagina e stridono le serrande con colpi secchi, in basso di fronte al castello, il volto bronzeo di Dante Alighieri osserva la piana di Campaldino.

Presso i conti Guidi, trascorse alcuni anni del suo esilio. Da Poppi poteva “rimirar” quella valle nella quale fu giovane guerriero. Nonostante la benevolenza dei suoi protettori, qui assaporò e provò, “come sa di sale / lo pane altrui e come è duro calle / lo scendere e ‘l salir per l’altrui scale”.

sabato 19 settembre 2009

Parco Nazionale delle foreste Casentinesi: Libro sui Rapaci Diurni

Il Parco Nazionale del Casentino, con i suoi molteplici ambienti naturali e soprattutto le straordinarie "foreste casentinesi", è l'habitat di vita e riproduzione di 10 specie di rapaci.


Si passa dalla grande aquila reale, con una apertura alare di oltre due metri, al piccolo gheppio, che raggiunge poco più di 70 centimetri. Abbiamo poi il falco pecchiaiolo, specializzato a nutrirsi di vespe e calabroni e l'albanella minore, che presenta uno spiccato dimorfismo tra maschio (grigio) e femmina (marrone) e che, come il precedente rapace, in inverno raggiunge i territori dell'Africa transahariana.


Tra gli abitanti di questi boschi annoveriamo anche il biancone o aquila dei serpenti, che sempre più spesso viene osservata nel territorio del Parco, e due rapaci specializzati nella caccia in foresta: lo sparviere e il grande astore. Per quest'ultimo il Parco è uno dei più importanti siti riproduttivi.
Alla fine, ma non perchè ultimi per importanza, troviamo il falcopellegrino, vero portento del cielo, famoso per le sue picchiate insuperabili ad oltre duecento chilometri orari, l'elegante lodolaio - il falco dai "calzoncini rossi" - volatore acrobatico che compete con rondini e rondoni nella maestria del volo, e la più comune poiana.


Difficile non emozionarsi fissando il volo di un grande rapace che volteggia nel cielo, senza un battito d'ali, e all'improvviso osservarlo scivolare nel silenzio della foresta dietro un crinale.

Aquile, falchi, albanelle, poiane: così diversi e con una loro identità e specializzazione.

"I quaderni del Parco" permettono di costruire una conoscenza che rende più intensa l'esperienza dell'esplorazione dell'area protetta.

E' un Parco straordinario nella ricchezza faunistica ed ambientale.

Questo lavoro editoriale si deve agli ornitologi Pier Paolo Ceccarelli, Stefano Gellini e Guido Tellini Florenzano che raccontano con passione e professionalità decenni di ricerche sul campo.

venerdì 18 settembre 2009

Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi: Il crinale tra Toscana e Romagna

Un’immersione nel cuore verde del Paese e nel silenzio secolare di monasteri ed eremi. Mondo a parte che fa incontrare la suggestione della spiritualità e l’imponenza della natura.
Il grande polmone verde dell’appennino tosco emiliano ha il suo centro nelle ondulazioni dei monti delle foreste Casentinesi. Qui si trova uno dei parchi nazionali meno conosciuti d’Italia, traversato dal tracciato escursionistico della Grande escursione appenninica (Gea) e segnato dalla presenza secolare dei monaci che, da Camaldoli e dalla rocca di La Verna, hanno fatto della gestione forestale una delle caratteristiche della loro vita religiosa a diretto contatto con la natura. Il piccolo borgo di Stia, celebre per le lane colorate (le cosiddette “lane casentinesi”, lavorate da diverse industrie tra cui il celebre lanificio Rossi), è un ottimo punto di partenza per chi ha voglia di cimentarsi con i sentieri del parco.

Tra cui è anche il lungo percorso della Grande escursione appenninica, alta via che percorre tutto il crinale di confine tra Toscana ed Emilia Romagna. A 1.296 metri di quota, il valico del Passo della Calla permette di scendere verso la Romagna ed è, con il suo bar aperto nella buona stagione e il vicino paesino di Campigna, il punto di partenza per l’escursione in direzione dell’eremo di Camaldoli. La passeggiata è un’escursione facile e segnalata (segni di vernice bianca e rossa, cartelli) e il tragitto è quasi completamente pianeggiante e richiede circa 4,30 ore di cammino. Dopo l’altura panoramica di Poggio Scali, traversa alcuni dei tratti più impressionanti della grande foresta, come la Riserva integrale di Sasso Fratino, per poi scendere verso l’Eremo.

giovedì 17 settembre 2009

Parco nazionale Foreste Casentinesi: Percorso escusionistico


Una bella escursione nella natura, alla portata di tuttiE’ un giro semplice da fare a piedi, accessibile ai più. Occorrono poco meno di due ore a passo tranquillo, comprese le piccole soste nei punti più panoramici, per percorrerlo. Parliamo del sentiero 51, un anello che parte dal monastero de La Verna (poco dopo l’arco/galleria d’accesso), per tornarvi (cinquanta metri prima, nei pressi della foresteria) scendendo dal cimitero dei frati. Il senso orario è quello consigliabile per la percorrenza, anche perché in questo modo si può evitare di affrontare i punti più ripidi in discesa (che, come si sa, nei tratti “critici” è più scomoda della salita). Partire di buon mattino, dopo essersi procurati i viveri necessari al chiosco ristorante in legno vicino ai parcheggi (ottimi affettati e formaggio), permetterà di godere meglio, e senza il sole in faccia, dei panorami verso ovest, nord e est, che il Monte Penna sa offrire. In pratica si tratta di un giro intorno alla punta del monte che noi aretini siamo abituati a vedere da ogni dove, con la sua sagoma inconfondibile. I periodi migliori per effettuare l’escursione sono quello attuale, fresco, ma con i faggi ancora verdi o leggermente ingialliti, oppure il fine maggio, quando le foglie nuove hanno un colore ancora tenue, particolarmente spettacolare.
Siamo all'interno del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, al suo limite meridionale, e la foresta ospita alcuni esemplari di faggio davvero notevoli per dimensioni ed età. Da non perdere lo spettacolare panorama che si gode dalla cima (circa 1300 m) che, orientandosi verso nord, spazia dal Pratomagno alla Romagna...

mercoledì 16 settembre 2009

Canile del Casentino

Vi riporto un annuncio fatto dall'ENPA Casentino (Ente Nazionale Protezione Animali) prelevato dal loro sito.

"Ricordiamo che la nostra Associazione, oltre ad occuparsi del Canile di San Piero per ciò che concerne la custodia, la cura e l’adozione dei cani ospitati, è impegnata anche in altre attività: campagne di sensibilizzazione, stand informativi, interventi a favore di animali in difficoltà e molto altro. Nonostante gli sforzi, le risorse umane non sono mai abbastanza. Se volete dedicare un po’ del vostro tempo libero al volontariato, chiamateci. Abbiamo davvero bisogno di nuove energie! Qualora non abbiate intenzione di impegnarvi attivamente potete comunque iscrivervi all’ENPA Casentino (quota associativa: 25 Euro annue): anche in questo modo ci darete un aiuto prezioso. Rinnoviamo inoltre l’invito a venirci a trovare al canile, aperto ai visitatori il sabato, la domenica e tutti i giorni festivi dalle 10 alle 12."

CLICCA QUI


PER SAPERE COME FARE AD ISCRIVERSI

Grazie!

sabato 12 settembre 2009

Bierfest 2009: la festa della birra di Pratovecchio

Ritorna come ogni anno la più bella festa del Casentino di fine settembre

Da giovedi 24 a domenica 27 Settembre 2009 ritorna la popolarissima BierFest di Pratovecchio. Si potranno gustare prodotti tipici della tradizione bavarese e un boccale di Kauzen prodotta nei birrifici artigianali. Potrete ascoltare la musica popolare tedesca con la banda ufficiale della città di Uffenehim. Il comune di Pratovecchio nel cuore del casentino è infatti gemellato da diversi anni con la cittadina tedesca bavarese. Come ogni anno è stato organizzato il servizio del trenino del casentino (Rete ferroviaria Toscana) che effettuerà tutte le fermate e in sicurezza riporterà le persone a casa. Ultima fermata prevista; la stazione di Arezzo. Per info sui treni disponibili consultare sito: LFI.

Allora, Tutti alla festa della birra di Pratovecchio!


venerdì 11 settembre 2009

Parco nazionale delle Foreste Casentinesi: La riserva naturale integrale di Sasso Fratino compie 50 anni

La Riserva naturale integrale di Sasso Fratino è uno straordinario tesoro di biodiversità all'interno dell'area protetta tosco-romagnola.

Queste istituzioni hanno una funzione insostituibile nel campo della ricerca e della tutela ambientale. Spicca la fisionomia monumentale dell'intero complesso che desta stupore e ammirazione: piante ultrasecolari che vegetano ancora in ottima condizione fino al decadimento naturale, il crollo e l'esplosione della rinnovazione, indice dell'equilibrio e della vitalità dell'ecosistema. A Sasso Fratino si deve, per esempio, una delle presenze più rare del Parco, il picchio nero, il più grande in Europa.

Istituita dal Corpo Forestale dello Stato nel 1959, grazie ad un atto particolarmente lungimirante dell'allora Azienda di stato per le foreste demaniali, Sasso Fratino è stata la prima riserva integrale in Italia.

Il convegno, organizzato dal Parco Nazionale e dalla Regione Emilia Romagna con la collaborazione di prestigiose istituzioni pubbliche e private, oltre a celebrare un evento centrale della storia della conservazione ambientale nel nostro paese, vuole sviluppare una riflessione sulle funzioni e le prospettive di questa realtà e sul valore dell'esperienza di parchi e riserve naturali a poche settimane dalla chiusura della grande riunione degli operatori delle aree protette di tutta Europa, la conferenza di Europarc, in Svezia.

"Immagini e parole della biodiversità nelle riserve" è il titolo della serata divulgativa che avrà luogo venerdi sera alle 21,30 a Palazzo del Capitano che verrà condotta da Francesco Petretti, biologo ed ornitologo che insegna Comunicazione della scienza presso l´Università del Molise e Gestione delle risorse animali presso l´Università di Camerino e che è conosciuto al grande pubblico per la partecipazione a fortunate trasmisssioni televisive quali Il mondo di Quark e Geo & Geo.

Il programma dei tre giorni, che porterà nel Parco i massimi esperti a livello nazionale sul tema, si apre venerdi mattina alle 9,30 al teatro Garibaldi di San Piero in Bagno (Bagno di Romagna, Forlì Cesena), si svilupperà nel giorno di sabato - sempre a partire dalla stessa ora - presso il centro operativo di Romagna acque di Capaccio di Santa Sofia (FC) e - nel pomeriggio da Campigna con le visite a tema presso Sasso Fratino, per chiudersi domenica con le escursioni alle foreste della Lama e di Campigna.

Venerdi interverranno Carlo Ferrari, dell'Università di Bologna; Enzo Valbonesi, responsabile del servizio Parchi e risorse forestali della Regione Emilia Romagna; Cesare Patrone, capo del Corpo Forestale dello Stato; Fabio Clauser, ex amministratore ASFD e proponente della Riserva; un rappresentante del Consiglio d'Europa; Orazio Ciancio, dell' Accademia italiana di scienze forestali; Andrea Gennai, vicedirettore del parco nazionale delle Foreste casentinesi; Claudo D'Amico, responsabile del Coordinamento territoriale per l'ambiente del parco nazionale delle Foreste casentinesi; Susanna Nocentini, dell'Università di Firenze; lo storico e giornalista Oscar Bandini; lo scrittore Roberto Greggi; Luigi Boitani, dell'Università di Roma e Davide Pettenella, dell'Università di Padova.

Le conclusioni del programma del pomeriggio sono affidate a Lino Zanichelli, assessore all' Ambiente e allo sviluppo sostenibile della Regione Emilia Romagna.

Sabato mattina si apre con la tavola rotonda: "Tutela della biodiversità: lusso o necessità?" moderata dal giornalista Rai Antonio Farnè. Interverrano Giampiero Sammuri, presidente di Federparchi (l'associazione che raccoglie le aree protette italiane); Lucia Ambrogi, responsabile aree protette del Wwf; Antonio Nicoletti, responsabile aree protette di Legambiente; Aldo Cosentino, direttore generale della Direzione protezione della natura del ministero dell'Ambiente e della tutela del territorio e del mare; Alessandro Bottacci, capo dell' Ufficio territoriale per la biodiversità del CFS di Pratovecchio, Marco Barbieri, presidente della commissione Ambiente e territorio dell'assemblea legislativa dell'Emilia Romagna, Paolo Pupillo, dell'Università di Bologna e Luigi Sacchini, presidente del parco nazionale delle Foreste casentinesi.

Il pomeriggio, a partire dalle 15, a Campigna di Santa Sofia ci saranno "Visite guidate a tema nei pressi della Riserva naturale integrale di Sasso Fratino" a cura del Parco e dell'UTB di Pratovecchio con la collaborazione di Vincenzo Gonnelli per la flora, di Giuseppe Mazza per la fauna minore, di Pier Paolo Ceccarelli per l'avifauna e di Giancarlo Tedaldi per l'erpetologia.

Per dettagli sul programma o ulteriori informazioni si può consultare il sito www.parcoforestecasentinesi.it o scrivere a pianificazione@parcoforestecasentinesi.it

I numeri di telefono delle due articolazioni territoriali del Parco (Sede e Comunità) sono 0575. 50301 - 0543. 971375.

Bibbiena: Fine settimana tra arte ed antichi palazzi

Viene inaugurata sabato 12 settembre la mostra personale della casentinese Silvia Rossi, organizzata dall'associazione "Il Ritrovo", in collaborazione con il Circolo culturale "Peter Levy" e patrocinata dal Comune di Bibbiena. Alle ore 17 si terrà un vernissage presso il Circolo "Peter Levy" (al civico 39 di via Berni), dove la mostra resterà aperta fino alle ore 23. Domenica l'esposizione riapre dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19, sempre ad ingresso libero.

Silvia Rossi nasce nel 1987 a Bibbiena. Scopre la passione per l'arte alla scuola media, quindi si diploma all'Istituto d'Arte "Piero della Francesca", dove entra in contatto non solo con il mondo della pittura, ma anche con il teatro, grazie ai professori Carracini e Pedullà, con i quali partecipa con successo ai concorsi nazionali di teatro-scuola. Questa esperienza la porta inoltre a lavorare col teatro sperimentale, a contatto con il CEMEA, in comunità di riabilitazione per tossico-dipendenti. Pur essendo un'esperienza conclusasi velocemente, questa lascia un segno forte per il suo sviluppo personale ed artistico. Nel 2006 Silvia si iscrive all'Accademia di Belle Arti di Firenze. Molto importanti sono i corsi di pittura dei professori.

Dragomirescu e Stefanon ed il corso di incisione di Viggiano. Tramite l'Accademia, nel 2008, la giovane artista partecipa alla mostra collettiva "Scogliere" a Firenze, nel suggestivo locale della ex-chiesa di S. Carlo dei Barnabiti. La stessa mostra si sposterà nei mesi seguenti a Torino, nella Galleria dell'Accademia Albertina di Belle Arti. A coronazione di questi anni di impegno costante, nel luglio scorso Silvia Rossi si diploma in Arti Visive con il massimo dei voti. La sua pittura si incentra sul corpo umano e sulle possibilità di deformarlo, guardando all'arte espressionista.

L'evento del prossimo week-end non è solo un'occasione per osservare le opere di questa giovane e talentuosa artista casentinese, ma anche l'opportunità giusta per l'inaugurazione delle attività che verranno organizzate dalle due associazioni, ormai attive con progetti culturali, ricreativi, musicali e teatrali rivolti a casentinesi e stranieri residenti nel nostro territorio. Domenica 13 soci e simpatizzanti potranno infatti partecipare alla visita guidata di Bibbiena, tenuta dall'esperto Gianni Sassi, con ritrovo previsto alle ore 10 davanti alla Propositura.

giovedì 10 settembre 2009

Bibbiena: il gemellaggio con il paese di Boulazac compie 20 anni

Gemellaggio Bibbiena-BoulazacUn’amicizia che dura vent’anni, ed è ancora fresca, è sempre un evento speciale. Ma se l’amicizia è tra due comuni distanti più di 1.200 chilometri e 16 ore di pullman, l’evento non è più soltanto speciale ma ha del sensazionale.
A Boulazac, piccolo comune francese nel dipartimento della Dordogna, dal 31 agosto al 5 settembre 2009 si sono celebrati i venti anni del gemellaggio con il Comune di Bibbiena. Una festa ricca e solenne che, nei principi sorretti dal sacro valore dell’amicizia, ha coinvolto la comunità della cittadina francese nell’ospitalità degli oltre 60 partecipanti italiani in un percorso serrato alla scoperta delle bellezze locali - dai castelli al vino, dalla preistoria al XXI secolo - e all’inaugurazione di strade ed edifici.
Una parte consistente della delegazione del Comune di Bibbiena, presieduta da Ivo Galastri, è stata la storica Filarmonica Bibbienese che, oltre ad esibirsi in più occasioni per i sempre sorridenti fratelli francesi - come ad esempio nel mercato di Perígueuz, cittadina di fondazione romana -, ha accompagnato il Sindaco de la Ville de Boulazac, Jacques Auzou, firmatario venti anni fa del documento di gemellaggio insieme all’allora sindaco di Bibbiena Ezio Bartolini, nell’inaugurazione di un intero percorso stradale, attiguo al palazzo del Comune, dedicato all’Italia scoperta da questo spicchio di Francia grazie al prezioso gemellaggio. Ecco così che una “Rue de Bibbiena” e “Rue de Arezzo”, insieme ad altre prestigiose località toscane, sono andate a delimitare da pochi giorni i percorsi stradali attorno all’Agorà, il centro culturale e politico del Comune di Boulazac.
Gemellaggio Bibbiena-BoulazacI partecipanti al gemellaggio tra Bibbiena e Boulazac - presidente del comitato francese è Stéphane Ceccato - sono intere famiglie affiatate da anni di incontri e discussioni, di convivenza e di confronto. Di anno in anno, ora Bibbiena ospite di Boulazac, quindi Boulazac in viaggio per Bibbiena, hanno saputo stringere in una comunione di intenti e di prospettive una solida fratellanza, coinvolgente sotto molti aspetti. Primo fra tutti l’apprendimento della lingua: non sono pochi gli italiani e i francesi che hanno appreso la lingua dei gemelli europei grazie alla partecipazione agli incontri di questi venti anni, facendo delle due eccellenze tra le tante che Francia e Italia esprimono e con le quali gareggiano, il vino e il formaggio, un felice campo di assaggio e di apprendimento, più che di sfida e di competizione.
Tra le eccellenze italiane esportate in terra francese vi è poi quella musicale, nell’esperienza della Filarmonica Bibbienese, che con semplicità e generosità ha portato ne la Ville de Boulazac, fin dalla firma del patto di gemellaggio, il suo spirito ritmico e festoso contribuendo a trattenere nell’aria l’atmosfera vivida e sonora dei giorni di festa.
Un sentito ringraziamento, dunque, a questi due comuni che, al suono di uno slogan che si è fatto prassi, “paix et amitié”, hanno saputo attraversare la distanza con l’impegno e la disponibilità, l’affetto e la fratellanza, nel rispetto delle diversità di culture e di punti di vista. Un esempio non comune di cui viene naturale sentirsi orgogliosi.

domenica 6 settembre 2009

Parco del Casentino, tutte le iniziative per il week-end

Tante iniziative, ma anche silenzi, acqua limpida, animali e foreste.

I viaggi sentimentali sono pagine di grandi libri ispirati all'ambiente. Si muovono lungo le pagine scritte da autori che hanno percorso gli stessi itinerari e li hanno cantati o raccontati. Il tracciato viene interpretato come uno spettacolo itinerante con un proprio filo conduttore che riporta alla letteratura, arricchito dalla storia, dalla musica e dalle tradizioni del luogo.
"Deh, peregrini che pensosi andate", sabato, a partire dalle 16 (fino alle 18) è un viaggio sentimentale sulle tracce di Dante, pellegrino alla Verna durante il suo esilio casentinese, alla scoperta del "monte santo" dove Francesco ha ricevuto le stimmate. Un percorso con incontri, suggestioni e sapori della magica atmosfera della foresta e dei luoghi evocati nell'XI canto del Paradiso.
Il punto di ritrovo è presso la Beccia di Chiusi della Verna (appuntamento presso il parcheggio) per salire a piedi lungo l'antico sentiero che porta al santuario francescano della Verna.
"Dell'armi e dell'amore", domenica alla stessa ora si svolge presso il castello di Poppi. Lo sguardo corre sulla piana sottostante, teatro della cruenta battaglia di Campaldino. Le ossa che fino a un secolo fa la terra restituiva, hanno suscitato nell'immaginario popolare un timore reverenziale misto a paura. A caccia di leggende, ci imbattiamo nella storia di Buonconte da Montefeltro: poco lontano dalla superba dimora signorile dei Guidi, della quale verranno svelati i segreti, scorre l'Archiano, dove il corpo del capo ghibellino fu rivoltato "per le ripe e per lo fondo" (dante, Purgatorio,canto V) da un demone infuriato.

"Andar di notte? perche' no?" è il programma organizzato dall'asineria "Gli amici dell'asino" presso l'azienda agricola Casanova di Bibbiena un'escursione nella campagna casentinese dal sapore magico, alla scoperta di un mondo fantastico, dei suoi rumori e dei tanti animali che popolano i boschi.

"Escursione notturna all'Acquacheta" è una bella occasione per rincorrere le suggestioni nuove, dopo che il senso della vista scesa la notte ha perso la sua preminenza a vantaggio degli altri, alla ricerca della Cascata quando "Rimbomba là sovra San Benedetto de l'Alpe..." (Dante, canto XVI, Inferno).

La "Festa di Pietrapazza" permetterà, dopo l'abbandono degli anni '60, di ritornare per un giorno a rivive l'atmosfera della festa parrocchiale di Sant'Eufemia. Ci si incammina a piedi dalla località Nocicchio per arrivare a Pietrapazza attraverso il Monte Carpano. Ci si trova alle 8, 30 a Palazzo del Capitano di Bagno di Romagna. Il percorso totale è circa dieci chilometri.


"Circola l'energia in circolo" è un laboratorio didattico per bambini presso Idro, l'ecomuseo della acque di Ridracoli (Bagno di Romagna). Viene proposto un percorso attraverso i segreti delle energie rinnovabili con la costruzione di oggetti che le sfruttano: una pila, un battello a vapore e un forno solare. "Trekking" è una proposta escursionistica lungo le rive del lago per la giornata di domenica. Il programma va dalle 9, 30 alle 17 circa.

"Alberi e bosco" descrive il percorso verso il "patriarca" del Parco, il castagno Miraglia (300-500 anni). E' un programma per domenica mattina (9 - 11) del punto informazioni del Parco di Camaldoli (prenotazioni allo 0575. 559477, centro visita del Parco di Badia Prataglia)