sabato 20 febbraio 2010

Perle in Casentino

Chi dice di conoscere il Casentino penso abbia davanti agli occhi sia le bellezze naturali che quelle culturali. Se Camaldoli, La Verna, Poppi e le altre piccole città storiche della valle sono note a livello europeo e alcune anche a livello mondiale, occorre dire che il Casentino offre molto di più. Da tanti anni il mio“otium” preferito è l’approfondimento delle vicende storiche e archeologiche di questa terra fortunata. Strumento fondamentale del mio diletto sono le letture serie: Traversari, Beni, Fatucchi, Scarini, Cherubini e Vannini. Molto interessanti sono anche le tesi assegnate ai loro studenti dai professori appena citati le quali si possono leggere nelle biblioteche comunali. Il Casentino che scopro attraverso le letture, lo verifico poi sul terreno, spesso in solitudine, camminando nella storia. Da qualche tempo non sono più solo a godere di tanta grazia. Le vecchie strade, le “Vie dei muli”, sono le perle sconosciute o ignorate che dovrebbero far parte di politiche culturali appropriate che, invece, non vengono approntate. La Toscana è terra di passaggio tra il nord e il sud della penisola e per questo è ricca di vecchi itinerari. Da ormai molti anni, benemerite associazioni culturali di altre parti d’Italia hanno intrapreso il recupero della Via Francigena sul versante della costa tirrenica, mentre su quella adriatica si lavora alacremente per il recupero della Romea. Recentemente è stato inaugurato il cammino di San Vicinio che, partendo da Sarsina lambisce i crinali della valle includendo nel percorso sia Camaldoli che Badia Prataglia. Il Casentino, un tempo non troppo lontano, era terra di passaggio veloce per la Romagna e per la Valtiberina. La “Via Maestra del Podestà Lodovico”, vera autostrada del tempo, collegava Firenze con Chiusi e Caprese ed è ancora riconoscibile sul terreno in attesa di ripristino. La politica fino ad oggi si è dimostrata incapace di valorizzare questo tesoro, forse perché sono troppe le teste che dovrebbero decidere nell’interesse comune. Avevo segnalato “le vie dei muli” al Convegno su “I Parchi per la tutela dell’ambiente”, tenuto in Palazzo Vecchio il 24 febbraio 1994. Chi volesse saperne di più o rinfrescarsi la memoria può consultare Georgofili , 1994, pp 45-45,52. Gli archivi storici comunali del Casentino sono di estrema importanza, ma solo in alcuni casi ricevono quel rispetto che meriterebbero perché racchiudono la verità delle vicende umane. Una comunità, che non tutela la propria memoria è destinata a cadere nell’alienazione e diventa preda dell’ingiustizia. Sullo stato e sulla corretta gestione di questi tesori non adeguatamente valorizzati rimando al io “Michelangelo nasce in Casentino” ed. Polistampa. Una considerazione particolare deve essere rivolta al volontariato culturale. Il Gruppo Archeologico Casentinese, che lavora in sintonia con la soprintendenza archeologica e con le università, deve godere del massimo sostegno non solo delle amministrazioni ma anche di tutti gli abitanti della valle, perché assicura un valido baluardo contro la distruzione di contesti storici irripetibili. Il ricordo della nascita dei figli importanti di questa terra fortunata dovrebbe costituire una festa di tutta la famiglia casentinese. Ricordo a questo scopo che il 6 marzo ricorre il giorno della nascita di Michelangelo e non credo sia cosa di poco conto. Se i Casentinesi agissero uniti nell’interesse comune, potrebbero rivaleggiare con tutti i contesti civili che gestiscono correttamente la propria culla. Infine vorrei porre l’attenzione sull’importanza degli eruditi, quelli veri, che rappresentano il valore aggiunto di una comunità e dovrebbero essere più ascoltati soprattutto dai politici. Mi auguro che ciascuno faccia la propria parte per il bene del Casentino.


Andrea Manetti

1 commento:

Roberto Baglioni ha detto...

Andrea Manetti ama la ricerca della verità e lo fa faticando tra le fonti archivistiche e gli scritti che dal passato restituiscono, con una corretta interpretazione, la giusta spiegazione delle cose e degli eventi. Un esercizio che meriterebbe nuove adesioni contro la mistificazione degli interessi e della politica. Per chi vuole studiare un territorio ed il suo genio (fatto di Michelangelo e non solo) consiglio la lettura del suo libro edito da Polistampa.